100% Fitness Mag - Anno II Ottobre 2008 | Page 44

S alute & Benessere P E D I AT R I A e i suoi effetti nefasti impiegano solo due settimane a manifestarsi. E’ il risultato dello studio dell’Universita’ del Missouri pubblicato dal Journal of the American Medical Association ( JAMA) quest’anno, in cui e’ stato chiesto ad alcuni soggetti di diminuire drasticamente la loro attivita’ fisica per verificare gli effetti della sedentarieta’. I ricercatori hanno studiato due gruppi di soggetti: il primo composto da camminatori ‘medi’, circa 6mila passi al giorno, cui è stato chiesto di scendere per tre settimane a 1400, evitando assolutamente le scale ed usando sempre l’automobile; il secondo da camminatori sopra la media, circa 10mila passi al giorno, ‘costretti’ anche in questo caso a scendere a 1400 con le stesse avvertenze degli altri, per solo due settimane. Al termine dello studio ai partecipanti e’ stato somministrato un test di tolleranza al glucosio e uno ai grassi, per verificare l’abilita’ del corpo di sottrarre dal sangue queste due sostanze. Il risultato e’ stato che le due settimane di inattivita’ sono state piu’ che sufficienti per aumentare la presenza di glucosio e grasso nel sangue, una condizione che spesso prelude allo sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari. Stare seduti alla scrivania per troppe ore può favorire l’insorgere del mal di testa, ma se si fa della ginnastica cervicale i disturbi possono diminuire del 40% e si dimezza la quantità degli analgesici assunti. Lo rivela un altro studio condotto tra i dipendenti del Comune di Torino, i cui risultati sono stati pubblicati su ‘Cephalalgia’, la rivista delle cefalee. Più importante ancora il movimento della dieta I ricercatori del Duke University Medical Center hanno dimostrato in una ricerca pubblicata sull’American Journal of Cardiology che un’attività fisica moderata ma costante come camminare per un totale di 18 chilometri a settimana (circa 30 minuti al giorno per 6 giorni su 7) rappresenta il miglior farmaco per contrastare la sindrome metabolica, un ‘mix’ di fattori di rischio per cuore e arterie (obesità, intolleranza glucidica, insulino-resistenza, ipertensione, ipercolesterole- 44 100% Fitness Magazine mia) sempre piu’ diffuso nella societa’ del benessere. L’indagine ha analizzato gli effetti dell’esercizio su 171 uomini e donne sovrappeso. All’inizio dello studio il 41% dei partecipanti rispondeva ai criteri necessari per diagnosticare un quadro di sindrome metabolica, mentre dopo 8 mesi di attivita’ fisica la prevalenza della malattia scendeva al 27%. Una riduzione significativa, indipendente dal tipo di dieta seguita. Nessun beneficio invece, per chi aveva praticato un esercizio fisico super vigoroso per un breve periodo. Questo sarebbe anche il segreto della mitica popolazione Masai, il popolo di nomadi africani famosi per il loro cuore “a prova di infarto”. Nonostante la loro dieta particolarmente ricca di grassi di origine animale, infatti, i Masai sono raramente colpiti da malattie del sistema cardiovascolare. Per oltre 40 anni gli scienziati si sono interrogati sul perche’ di questo fenomeno, pensando al loro Dna, ma un recente studio di ricercatori svedesi, norvegesi e tanzanesi e pubblicato sul British Journal of Sports Medicine analizzando la dieta, lo stile di vita e l’incidenza di malattie cardiovascolari in 985 tanzanesi di mezza eta’, di cui 130 Masai, 371 contadini e 484 residenti in citta’ ha dimostrato che benchè i Masai abbiano la dieta piu’ grassa hanno i valori piu’