Sport&Fitness
zazione, tra i quali ricordiamo la
Frutteria del Caribe, EnricoBetti
Cucine, Tommaso Fiorentino Edilizia, il fioraio Giuseppe Terrecuso, il
Ristorante la Fenice, la Caffetteria, il
Supermercato Pollio, Lucky’s Store,
il ristorante il Pozzo, la pasticceria
Don Peppe, il punto SNAI, il fotografo Umberto Lanza, il ristorante
Tasso, l’oleificio Gargiulo e il Limonoro. Si ringrazia, inoltre, l’intera amministrazione comunale di
Sorrento ed in particolare l’assessore
allo sport Mario Gargiulo. Non si
può poi non spendere qualche parola
per i ragazzi dell’organizzazione, per
Fabrizio, per i due Peppe, per Luigi,
per Giancarlo.
È commovente vedere con quanta
dedizione, con quanta tenacia essi
anno dopo anno dedicano buona
parte del loro tempo libero per l’organizzazione del Memorial. In una
realtà attuale così triste e priva di
valori, non tutto è perduto; c’è ancora un gruppo di ragazzi che spende
parte del proprio tempo nel ricordare un caro amico, impegnandosi affinchè l’oblio del tempo non cancelli
le fantastiche orme che Giovanni ha
lasciato su questa terra. Di certo il
torneo non farà tornare in vita il caro
amico, ma di certo è un segnale forte
che gli amici danno, è un coro che
essi emettono unanime: Giovanni
non verrà mai dimenticato!
Possono, dunque, scorrere i titoli di
coda, il quarto Memorial si è concluso, i spettatori possono abbandonare il campo di gioco e tornare
nel tepore della loro casa, forse più
ricchi dentro. Mentre la gente sfolla
vedo in lontananza il signor Raffaele
e la signora Anna, il solito grande,
immenso sorriso inonda la loro faccia. Mi avvicino li saluto, li abbrac-
cio; sono immediatamente pervaso
da una sensazione di familiarità, di
serenità. Perché la famiglia Serbandini trasmette in tutte le persone una
sensazione di tranquillità, di semplicità; ci si arricchisce nello stare in
loro compagnia, immediatamente si
viene travolti dalla loro immensa e
sincera bontà d’animo; impossibile
non stimarli, ammirarli; impossibile non nutrire nei loro confronti un
bene puro e sincero; sincero e meraviglioso come lo sguardo del figlio
che dall’alto ci guida e ci osserva e
forse un po’ sorride… Il Memorial è
finito, tornerà l’anno prossimo, ma il
ricordo di Giovanni rimarrà vivo in
noi; alzando gli occhi al cielo in una
notte d’estate non potremmo mai
sentirci soli, perché ci sarà sempre
una stella che ci guiderà nel nostro
cammino, la più bella e lucente di
tutte…
Primo torneo di calciobalilla
“Bar Paradise”
«Grazie Evelyn».
The Dreamers, Black and white, Magici, Inter, ‘E Frisk, Bad boys, Agos, Mimozio, Brigata Carolina, Mapei
team, Alberi, Xmen, Tiraf, Parcheggio S. Lucia, Carmine team, Se potessi lo facessi, Montechiaro, Isidoro,
Blue lion, Mamla, Ricasso, Real Massa, E biod’, Circumvesuviana 2D, Orvel, Skuato team, Aiello team,
Nero, Chiappo Scaracchio, Getab, Super sayan, Le
tigri.
Quella che hai letto non è una sfilza di aride sigle: è
un’allegra brigata, una caleidoscopica unione di persone, un anelito di speranza in un mondo disperato.
Un pomeriggio la mia primogenita mi annuncia che
parteciperemo ad un torneo di calciobalilla organizzato
dal bar sotto casa. Vince le mie titubanze e rimostranze
con quella affettuosità, quelle “coccole” che sciolgono i
cuori dei padri. Iniziamo certi di essere eliminati alla
prima gara ed invece, con somma meraviglia, siamo
giunti ai quarti. Di certo non la nostra bravura faceva radunare un capannello di gente quando giocavamo, ma il fatto che Evelyn fosse l’unica donna iscritta
al torneo. La cosa che mi colpiva, e di cui ne parlavo
con l’amico Enzo (Getab), era che veniva trattata con
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grande rispetto e, dove con confidenza, sempre con la
gioia goliardica ed il cameratismo che lo sport, quello
genuino, riesce a dare. Gloria ai vincitori, ai secondi, ai
terzi classificati, ma ancor di più a tutti i partecipanti
ed in modo speciale ai ragazzi che hanno vinto il premio “fair play”. Sembravano ragazzini spauriti, figli di
un tempo perduto, dal viso pulito ed innocente.
E la memoria mi ha trasportato indietro di 4, 5 lustri,
quando si organizzavano sfide fino a notte fonda e dal
bar «’ncap’ ‘a Rip’ ‘e Caruott’» si correva a Meta per l’ultima epica sfida. Si era più giovani, più spensierati, più
ottimisti: grati al passato, coerenti nel presente, speranzosi nel futuro. Il meglio di quei ragazzi, giovani e
non, l’ho ritrovato in tutti quelli che hanno partecipato
a questo torneo.
Se bastano 50 centesimi e poche palline per ricostruire
un ambiente sereno, vuol dire che c’è ancora speranza
in un mondo migliore. Rimbocchiamoci le maniche e
nel nostro piccolo diventiamo costruttori di una società più giusta, più a nostra dimensione, dove con gioia
padri e figli possano ritrovarsi anche per una partita di
calciobalilla.
Grazie Evelyn, il tuo papà!