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alute & Benessere
alute & Benessere
di Mariella D’Esposito
Terapista della riabilitazione
Cel. 333/3306597
IL PIEDE
PIATTO
I
l piede piatto è un’affezione
molto frequente nella prima
infanzia e nell’adolescenza
che consiste nell’appiattimento della volta plantare del piede e nella deviazione in valgismo
del calcagno. Il piede è fisiologicamente piatto alla nascita poiché
nei neonati è presente un consistente cuscinetto adiposo sotto la
pianta che si riduce man mano nel
tempo rendendo sempre più visibile l’arco plantare mediale.
Molto spesso, però, i genitori si
allarmano, valutando le differenze
anatomiche tra i piedini dei loro
bambini e quelli normalmente
sviluppati di un adulto, senza considerare che il bambino è un essere in continua evoluzione e che
quindi si modifica costantemente,
e, soprattutto quando il piccolo
comincia a muovere i primi passi,
ritengono necessario ricorrere ad
una valutazione ortopedica per
l’eventuale correzione del difetto.
Di fatto proprio con l’inizio della
deambulazione, spesso sembra aumentare questa affezione anche a
causa del concomitante valgismo
delle ginocchia, ma in realtà il valgismo, in questa fase, è fisiologicamente di 12-15 gradi e gradatamente arriverà a 5-7 gradi intorno
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ai 7 anni.
Man mano quindi che spontaneamente si modifica l’assetto
delle articolazioni della parte posteriore del piede si assisterà alla
cavizzazione, cioè all’evidenzazione dell’arco plantare interno del
piede. Negli ultimi anni dunque è
cambiata l’opinione medica rispetto al ricorso a scarpe rigide ed alte
o, addirittura, correttive poiché
queste caratteristiche
impediscono al piede di ricevere tutte le
informazioni provenienti dall’appoggio durante la fase del passo e
ne rallentano lo sviluppo.
Per i bambini dunque il suggerimento migliore è quello di lasciarli
camminare il più possibile a piedi
nudi sulla sabbia o sulla terra poiché la pianta del piede viene cosi a
contatto con tutta una serie di informazioni porpriocettive e sensoriali necessarie per un normale sviluppo del piede. Si è visto, infatti,
che, a confronto con i bambini dei
paesi occidentali, queste affezioni
sono quasi inesistenti in quei paesi meno sviluppati dove i bambini
crescono quasi sempre scalzi.
Per completezza ricordiamo che
ci sono anche forme cliniche differenti di piede piatto causate da
fattori etiologici diversi come il
piede piatto spastico, traumatico,
paralitico, malformativo mentre
ci siamo limitati a trattare solo del
piede piatto essenziale, che viene diagnosticato di solito dopo i
10-11 anni e che, a seconda della
gravità è diviso in quattro gradi.
La diagnosi di piede piatto viene
fatta dopo accurato esame anamnestico, radiografico, baropodometrico e dopo una valutazione
della riducibilità manuale. Nella
maggior parte dei casi si interviene con l’utilizzo di idonei plantari
(che però non eliminano il difetto o la deformità ma migliorano
le capacità di carico, attenuanola
sintomatologia che può arrivare
ad essere dolorosa, migliorano la
statica e la deambulazione) e solo
in rarissimi casi si interviene chirurgicamente (attualmente si sta
diffondendo una tecnica microinvasiva meno deostruente rispetto
all’intervento classico). In tutti i
casi l’intervento a cui si deve ricorrere è quello della kinesiterapia
che è rivolta fondamentalmente
a rinforzare i muscoli cavizzatori
(tibiale anteriore, tibiale posteriore, tricipite surale….) attraverso
l’esecuzione di esercizi che vanno
ripetuti quotidianamente e, possibilmente, più volte al giorno.