100% Fitness Mag - Anno II Marzo 2008 | Page 52

S alute & Benessere alute & Benessere di Mariella D’Esposito Terapista della riabilitazione Cel. 333/3306597 IL PIEDE PIATTO I l piede piatto è un’affezione molto frequente nella prima infanzia e nell’adolescenza che consiste nell’appiattimento della volta plantare del piede e nella deviazione in valgismo del calcagno. Il piede è fisiologicamente piatto alla nascita poiché nei neonati è presente un consistente cuscinetto adiposo sotto la pianta che si riduce man mano nel tempo rendendo sempre più visibile l’arco plantare mediale. Molto spesso, però, i genitori si allarmano, valutando le differenze anatomiche tra i piedini dei loro bambini e quelli normalmente sviluppati di un adulto, senza considerare che il bambino è un essere in continua evoluzione e che quindi si modifica costantemente, e, soprattutto quando il piccolo comincia a muovere i primi passi, ritengono necessario ricorrere ad una valutazione ortopedica per l’eventuale correzione del difetto. Di fatto proprio con l’inizio della deambulazione, spesso sembra aumentare questa affezione anche a causa del concomitante valgismo delle ginocchia, ma in realtà il valgismo, in questa fase, è fisiologicamente di 12-15 gradi e gradatamente arriverà a 5-7 gradi intorno 52 100% Fitness Magazine ai 7 anni. Man mano quindi che spontaneamente si modifica l’assetto delle articolazioni della parte posteriore del piede si assisterà alla cavizzazione, cioè all’evidenzazione dell’arco plantare interno del piede. Negli ultimi anni dunque è cambiata l’opinione medica rispetto al ricorso a scarpe rigide ed alte o, addirittura, correttive poiché queste caratteristiche impediscono al piede di ricevere tutte le informazioni provenienti dall’appoggio durante la fase del passo e ne rallentano lo sviluppo. Per i bambini dunque il suggerimento migliore è quello di lasciarli camminare il più possibile a piedi nudi sulla sabbia o sulla terra poiché la pianta del piede viene cosi a contatto con tutta una serie di informazioni porpriocettive e sensoriali necessarie per un normale sviluppo del piede. Si è visto, infatti, che, a confronto con i bambini dei paesi occidentali, queste affezioni sono quasi inesistenti in quei paesi meno sviluppati dove i bambini crescono quasi sempre scalzi. Per completezza ricordiamo che ci sono anche forme cliniche differenti di piede piatto causate da fattori etiologici diversi come il piede piatto spastico, traumatico, paralitico, malformativo mentre ci siamo limitati a trattare solo del piede piatto essenziale, che viene diagnosticato di solito dopo i 10-11 anni e che, a seconda della gravità è diviso in quattro gradi. La diagnosi di piede piatto viene fatta dopo accurato esame anamnestico, radiografico, baropodometrico e dopo una valutazione della riducibilità manuale. Nella maggior parte dei casi si interviene con l’utilizzo di idonei plantari (che però non eliminano il difetto o la deformità ma migliorano le capacità di carico, attenuanola sintomatologia che può arrivare ad essere dolorosa, migliorano la statica e la deambulazione) e solo in rarissimi casi si interviene chirurgicamente (attualmente si sta diffondendo una tecnica microinvasiva meno deostruente rispetto all’intervento classico). In tutti i casi l’intervento a cui si deve ricorrere è quello della kinesiterapia che è rivolta fondamentalmente a rinforzare i muscoli cavizzatori (tibiale anteriore, tibiale posteriore, tricipite surale….) attraverso l’esecuzione di esercizi che vanno ripetuti quotidianamente e, possibilmente, più volte al giorno.