alute & & Benessere
SSaluteBenessere
di allegrezza dell’umanità intera, è
il giorno nel quale la vita supera la
morte. Ogni anima si sente figlia
dell’Eterno e tutti i cuori cantano l’Alleluja. Pasqua, sogno degli
angeli e grido dei Profeti. L’intera preistoria cristiana è pervasa
da questa attesa. Il Redentore era
atteso con ansia dalle prime notti dei tempi più oscuri. Ed è stato
annunziato dallo stuolo dei Profeti e preceduto da Mosè, il grande
taciturno del Sinai che, morendo
sul monte Nebo, predisse l’avvento
del Salvatore. E il Dio dell’amore
e del dolore, del perdono e della
redenzione, invocato per millenni
attraverso secoli di speranza dalla
coscienza illuminata dell’umanità,
presentito da spiriti come Platone,
Seneca, Cicerone, disse: “Io sono la
via, la verità, la vita”. Allora il travaglio inesausto degli uomini che
cercavano lungo i sentieri il perché
dell’esistenza e la ragione di tanto
soff rire, ebbe una risposta nel Suo
cuore divino. E la via trovò la strada maestra, la verità si dissetò alla
sorgente, la vita divenne certezza
d’immortalità e il dolore di ognuno si trasformò in invito a cooperare alla redenzione dell’umanità
intera. L’Uomo Dio che nelle Sue
due nature aveva in sé il senso del
nostro breve tempo terreno ed il
respiro dell’infinito eterno, ci ha rivelato come giungere al Padre nella festa pasquale. Festa del perfetto
amore che incorona la morte con
l’immortalità, promessa di letizia
eterna. Eppure sembra che nulla
cambi, che il Male imperversa sovrano. Bisogna imparare ad amare
per donare di più. Bisogna continuare a donare per imparare a donare meglio e l’umanità sarà veramente aff rancata da ogni schiavitù
soltanto se ubbidirà per amore alla
divina legge dell’amore. Per troppo
tempo abbiamo disubbidito, non
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abbiamo voluto ascoltare. E l’odio
si è scatenato sospingendoci verso
le tenebre più paurose. Il sangue
fratricida nell’odio e nel rancore
ha fatto dimenticare il sangue che
Cristo ha versato per la salvezza
di tutti. Così non abbiamo più ricordato la nostra origine e la nostra finalità, perché l’Incarnazione
non significa l’esaurimento di Dio
nell’uomo, ma l’ascendere dell’uomo fino a Dio. Poiché l’Amore è
stata la ragione della discesa di
Cristo, dobbiamo fare veramente
nostro il Suo testamento d’amore
sulla Croce. In realtà a nulla vale
che Cristo risorga per tutti quando
rimane morto dentro di noi. A nulla vale che muoia per tutti quando
non risorge mai nel nostro cuore.
Per molti la prima Comunione
spesso è anche l’ultima o si comunicano “una volta l’anno”. Eppure, per tanti, un tardivo ritorno
all’Ostia-Gesù ha una nuova fragranza e un nuovo valore. Ed ecco
che alla tavola della Cena ognuno
non si trova più solo, ma si sente
unito ai vicini e ai lontani realizzando una meravigliosa sinfonia,
insospettabile per chi non crede.
Siamo tutti viandanti dell’eterno e
l’Ostia è il pane del cielo offerto a
ogni pellegrino della terra.
Benedetto chi nell’ultima ora potrà ripetere le parole di Tommaso
d’Aquino morente: “Io ti ricevo
prezzo della mia redenzione, viatico del mio pellegrinaggio”. E’ vero
che ognuno può avere il proprio
Giovedì o Venerdì Santo. Tutti, chi
più chi meno, dobbiamo soff rire la
nostra passione, ma nessuno può
scegliere tra i chiodi e la lancia, il
fiele e la corona di spine.
La Pasqua, con il riscatto della colpa, segna per ognuno il passaggio
dalla terra al cielo. Ma solo quando
la Pasqua sarà una per tutti e tutti saranno uniti in una sola gioia,
l’umanità canterà veramente il suo
Alleluia. Lo so, è difficile, e lo sarà
finché non si capirà appieno il Mistero Pasquale.
L’amore è un mistero, il dolore è
un mistero, la fede è un mistero.
Saper amare vuol dire ritrovarsi,
saper soff rire trasformarsi, saper
credere illuminarsi. L’amore è un
misterioso fluido che trasfigura
vite e destini. Il dolore è un misterioso invito a dare una nuova
luce al nostro destino. La fede è
un misterioso anelito che spinge
i mortali verso l’Eterno. Amore e dolore danno calore e senso
alla fede. Del resto, senza amore
qualsiasi religione sarebbe vana e
senza dolore qualunque suo insegnamento privo di frutto. Amare
è una gioia, soff rire una virtù, credere una forza. Ogni anima anela a
possedere la fede ma nessun uomo,
senza l’aiuto dell’Altissimo, può
trasmetterla al fratello.
Ognuno di noi è solo un mendicante che tende la mano a chi
passa e parla a tutti col suo povero
cuore, perché la fede, parafrasando
Agostino, è la nostalgia del Cielo
che abbiamo perduto. Ogni esistenza è una prova che si trasmuta
in armonia e tende ad elevarsi in
preghiera. Così, per tutti, la vita è
un mistero eroico, lirico e mistico.
Ogni esistenza cerca l’amore, trova almeno una sofferenza e anela
alla fede. C