Salute & Benessere
di Vincenzo Cozzolino
La sindrome del
Fisioterapista - Terapista Manuale
Osteopata - Posturologo
TUNNEL CARPALE
L
a Sindrome del Tunnel
Carpale (stc) è la neuropatia (sofferenza del nervo)
più frequente dell’arto superiore ed
è dovuta alla compressione del nervo mediano al polso nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale.
L’età maggiormente interessata per
entrambi i sessi è quella compresa
fra 50 e 59 anni con un’incidenza
di circa tre volte più elevata nella donna ed è variabile a seconda
dell’attività lavorativa svolta, e nel
70% dei casi è bilaterale, con prevalenza della mano dominante.
COS’E’ IL TUNNEL
CARPALE?
Il tunnel carpale è un canale localizzato a livello del polso nel quale passano strutture nervose (nervo mediano),
vascolari e tendinee (tendini muscoli flessori delle dita).
Questo tunnel è costituito dalle ossa del carpo (mano)
scafoide e trapezio da un lato e piriforme ed uncinato
dall’altro, sulle quali è teso il legamento trasverso del carpo, un nastro fibroso che costituisce il tetto del tunnel
stesso.
QUALI SONO LE CAUSE DELLA STC?
La patogenesi occupazionale sembra essere la causa più
frequente per lo sviluppo della Sindrome del Tunnel
Carpale. E’ stata dimostrata un’ associazione con i lavori
ripetitivi, sia in presenza (rischio più elevato) che in assenza di applicazione di forza elevata.
E’ stato dimostrato che prolungati e/o ripetuti movimenti di flesso-estensione del polso (in minor misura anche
la flessione delle dita), provocano un aumento della pressione all’interno del tunnel carpale e che il ripetuto allungamento dei nervi e dei tendini che scorrono dentro
il tunnel possono dar luogo ad una infiammazione che
riduce le dimensioni del tunnel determinando la compressione del nervo mediano.
QUALI SONO I SINTOMI?
Nelle fasi iniziali della patologia la Sindrome del Tunnel Carpale (stc) si manifesta con formicolii, sensazione
di intorpidimento o gonfiore alla mano, prevalenti alle
prime tre dita della mano e in parte al quarto dito (vedi
figura), soprattutto al mattino e/o durante la notte; successivamente compare dolore irradiato anche all’avambraccio, (sintomi definiti “irritativi”). Se la patologia si
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aggrava compaiono perdita di sensibilità alle dita, perdita di forza
della mano, atrofia dell’eminenza
tenar; (sintomi “deficitari”).
PERCHE I SINTOMI SONO
PREVALENTI LA NOTTE E AL
RISVEGLIO?
I pareri in proposito non sono univoci. Verosimilmente le cause sono
molteplici: di notte il polso può
rimanere a lungo iperflesso o iperesteso determinando così, come
spiegato sopra, una maggiore pressione all’interno del tunnel carpale,
con compressione del nervo mediano; la posizione sdraiata può
ridistribuire i liquidi corporei con un aumento di questi
agli arti superiori e quindi anche all’interno del tunnel
carpale con conseguente aumento della pressione; il riposo stesso della mano non permetterebbe il drenaggio dei
liquidi all’interno del tunnel carpale.
LA DIAGNOSI
Quando il paziente riferisce formicolio (parestesie) e/o
dolore, spesso irradiato all’avambraccio, prevalentemente
notturno o mattutino, la diagnosi di Sindrome del Tunnel Carpale è ritenuta la più probabile.
Tuttavia è importante far effettuare l’esame obiettivo
neurologico e l’esame EMG/ENG (elettromiografico/
elettroneurografico).
L’esame obiettivo neurologico valuta la forza, i riflessi
osteotendinei, la sensibilità e può avvalersi di tests clinici.
L’EVOLUZIONE DELLA STC
Solitamente in assenza di trattamento o di cambiamento
dell’attività lavorativa, la Sindrome del Tunnel Carpale
tende ad aggravarsi negli anni. Tuttavia in alcuni pazienti rimane stazionaria nel tempo. L’esperienza clinica
dimostra che durante i periodi freddi la sintomatologia
si esacerba e migliora durante i periodi caldi, pur non
modificandosi la gravità della patologia.
CURA DELLA SINDROME DEL
TUNNEL CARPALE (STC)
La terapia della Sindrome del Tunnel Carpale (stc) può
essere conservativa o chirurgica. Secondo le indicazioni
dell’American Accademy of Neurology (AAN, 1993), il
trattamento conservativo è da tentare in ogni caso. E’ importante, comunque, non operare il paziente troppo tardi