100% Fitness Mag - Anno II Aprile 2008 | Page 22

alute & & Benessere SaluteBenessere LE INFILTRAZIONI: di Maria Teresa P. Russo Ortopedico come, quando e perché C on il termine “infiltrazione” si intende l’instillazione di medicamenti all’interno di una articolazione. Generalmente si procede all’infiltrazione di articolazioni facilmente aggredibili dall’esterno tramite la semplice palpazione come le ginocchia, le caviglie, le spalle , l’articolazione temporomandibolare, le interfalangee… mentre per altre è necessario il controllo ecografico o in scopia come per esempio l’anca o la colonna vertebrale. I farmaci usati più frequentemente sono i corticosteroidi e l’acido ialuronico con costi diversi ed aspettative diverse. In caso di patologie infiammatorie acute e croniche come l’artrite reumatoide, la gotta, le tendiniti e le borsiti, il farmaco di prima scelta è il cortisone in quanto sopprime l’infiammazione e migliora la funzionalità articolare ma purtroppo promuove il catabolismo proteico a livello muscolare, cutaneo, osseo, del tessuto connettivo e linfoide. Nel caso dell’artrite reumatoide combatte efficacemente la sinovite reattiva e migliora la funzionalità articolare con effetti soprattutto nel ginocchio, gomito e dita. Tra l’altro l’utilizzo della tecnica infiltrativa evita l’assunzione per via orale del farmaco che avrebbe sicuramente effetti sullo stomaco. Ottimi risultati si hanno nel caso delle dita “a scatto”, nella sindrome di De Quervain al polso (una 22 100% Fitness Magazine tenovaginite degli estensori del pollice), nelle borsiti della spalla associate alla sindrome da conflitto scapolo-omerale come anche nelle borsiti trocanteriche che spesso si risolvono con una sola infiltrazione. Il tipo di cortisone da utilizzare varia in base all’effetto desiderato e in base alla patologia. Abbiamo corticosteroidi a rapida azione e di breve durata che si utilizzano per lo più in caso di patologie acute in cui si vuole un effetto immediato e corticosteroidi ad inizio un po’più lento ma con un effetto prolungato nel tempo che si utilizzano, invece, nel caso di patologie croniche. Nel caso dell’artrosi i corticosteroidi sono meno efficaci e pertanto si preferisce infiltrare acido ialuro- nico (impropriamente chiamato “cartilagine”). L’acido ialuronico favorisce la lubrificazione delle superfici articolari e migliora il movimento riducendo il sintomo dolore. Infatti i pazienti affetti da artrosi hanno una diminuita concentrazione di acido ialuronico nelle loro articolazioni pertanto trattandoli in questa maniera (con le infiltrazioni) si ottiene di: 1) lubrificare le membrane sinoviali 2) controllare la permeabilità diminuendo il versamento articolare 3) bloccare l’infiammazione 4) stimolare la produzione endogena di acido ialuronico stesso. Sia nel caso del cortisone come nel caso dell’acido ialuronico si effettua, generalmente, una infiltrazione a settimana per un numero variabile di volte (da tre a cinque). Le reazioni locali sono autolimitantesi e consistono in un dolore locale dell’articolazione, tumefazione, eritema e prurito. In ogni caso si consiglia l’applicazione di ghiaccio locale. In base alla sostanza da infiltrare e in base alla grandezza dell’articolazione varia il tipo di ago da usare sia come lunghezza che come calibro. In ogni caso la tecnica di infiltrazione deve seguire tutte le regole dell’asepsi, eventualmente si può aggiungere dell’anestetico locale ed il paziente è invitato a mantenere a riposo l’articolazione infiltrata per almeno 24 ore.