100% Fitness Mag - Anno II Agosto 2008 | Page 70

di Giuseppe Morvillo SOCIETÀ QUANDO L’ANIMO HA IL SUO NUTRIMENTO P rima di riportare su carta questa storia vera e buttare giù il “pezzo” del mese di Agosto, voglio precisare con inconsueta maniera una premessa determinante per me che scrivo e per voi che leggete. Non immaginavo neanche minimamente come un incontro, questo speciale incontro, potesse travolgermi in pensieri e interrogativi che non mi ero mai posto in passato. Ho letto in visi nuovi un uragano di emozioni. Ed io parlo di emozioni con la “E” maiuscola. Emozioni vere. Cercherò con il massimo della sincerità, allontanandomi dagli schemi della finta retorica, di farvi sentire presenti come lo ero io,seduti al mio posto ad ascoltare ciò che ho ascoltato qualche giorno fa, farvi sentire ciò che ho sentito. Sulla ruota della carrozzella è scritta una semplice ma emblematica frase in lettere maiuscole. Alcune colorate e in stile diverso l’un dall’altra. “TANTA VOGLIA DI VIVERE”. Permettetemi di dirlo. C’è chi dimentica troppo spesso il vero senso della vita tra le lenzuola ed un cappuccino sin dal mattino, e chi travolto dagli avvenimenti si perde in labirinti senza via d’uscita. C’è chi poi, come Paolo, che non può dimenticarlo. E non perché se lo ritrova scritto sempre sotto gli occhi sulla ruota della carrozzella. Basta osservare il suo sguardo per capirlo. Poi c’è Vincenzo. E nelle sue parole ho sentito la rabbia e l’ingiustizia nei confronti di tutto ciò che non gira più come dovrebbe, o che non ha mai girato. Nei confronti della slealtà e dei pregiudizi, degli sguardi infelici verso il suo amico Paolo e verso tutti coloro definiti “diversi”. Nei confronti di chi predica bene e razzola male. Paolo e Vincenzo. Una storia d’amicizia. Una di quelle che non dimen- 70 100% Fitness Magazine e tichi facilmente e che potresti leggere l in un best-seller o vedere al cinema il venerdì sera. Una storia che ti smuove sensazioni intense. Estate 1996. Vincenzo lavora come musicista presso un ristorante sorrentino. Quella sera di luglio è in anticipo di qualche ora e decide di ammazzare il tempo passeggiando per il paese. Giunto in villa comunale accade ciò che avrebbe alterato per sempre il ritmo della sua vita. Improvvisamente lo sguardo è attratto da una panchina al cui fianco c’era un “passeggino”su cui sedeva un disabile, Paolo, accompagnato dal tutore. Qualche notte prima, apparve in sogno a Vincenzo, una statua in gesso con il volto di Cristo sofferente che lacrimava. In lontananza notò sullo sguardo di Paolo la stessa espressione. Senza pensarci due volte si avvicinò alla panchina e si presentò al ragazzo ed al tutore. Dopo qualche chiacchiera si scambiarono i recapiti telefonici con la promessa che si sarebbero telefonati per passare un po’ di tempo insieme. Qualche giorno dopo Paolo richiamò Vincenzo e si incontrarono, si conobbero. Sono passati dodici lunghi anni da quell’estate del 1996 e nonostante ciò, mentre Vincenzo mi raccontava l’aneddoto, ho notato sul volto di Paolo una lacrima di commozione, di FELICITA’. Quella lacrima è amicizia. Da quel giorno quest’alleanza si è stretta sempre di più. Paolo vive a Montechiaro e Vincenzo a Meta di Sorrento. Dal mattino alla sera il tempo è loro e per loro. L’uno è la forza dell’altro. Ragione e senso. Quel senso che si cerca fino in capo al mondo e che a volte, ingenuamente, non ci rendiamo contro di tenerlo sotto la punta del naso. Le emozioni che si trasmettono sono un gradino più in alto delle nostre. E lo dico senza peli sulla lingua. Sono emozioni che non vibrano attraverso comunicazioni verbali. Per l’intera ora ch ho trascorso con loro, le mani erache ho trascorso con loro, le mani erarascorso rascorso on oro, mani ra ro che no strette l’una nell’altra e gli sguardi sinceri come se si conoscessero da una vita. Vincenzo mi confida che i pregiudizi sono all’ordine del giorno . Le angherie anche. Ma non si abbattono per questo. Anzi. L’intelligenza dell’uomo è infinita. Ma anche l’ignoranza. Basterebbe per una volta sola sbilanciare questo equilibrio per renderci più dignitosi del solito. Per voi è normale giudicare,indicare,offendere e guardare insistentemente chi è semplicemente nato con una menomazione?o colui che è svantaggiato e possiede una cap