di Giuseppe Morvillo
SOCIETÀ
QUANDO L’ANIMO
HA IL SUO NUTRIMENTO
P
rima di riportare su
carta questa storia vera
e buttare giù il “pezzo”
del mese di Agosto, voglio precisare con inconsueta maniera
una premessa determinante per me
che scrivo e per voi che leggete. Non
immaginavo neanche minimamente
come un incontro, questo speciale incontro, potesse travolgermi in pensieri
e interrogativi che non mi ero mai posto in passato. Ho letto in visi nuovi
un uragano di emozioni. Ed io parlo
di emozioni con la “E” maiuscola.
Emozioni vere.
Cercherò con il massimo della sincerità, allontanandomi dagli schemi della
finta retorica, di farvi sentire presenti
come lo ero io,seduti al mio posto ad
ascoltare ciò che ho ascoltato qualche
giorno fa, farvi sentire ciò che ho sentito.
Sulla ruota della carrozzella è scritta
una semplice ma emblematica frase in
lettere maiuscole. Alcune colorate e in
stile diverso l’un dall’altra. “TANTA
VOGLIA DI VIVERE”.
Permettetemi di dirlo. C’è chi dimentica troppo spesso il vero senso della
vita tra le lenzuola ed un cappuccino
sin dal mattino, e chi travolto dagli
avvenimenti si perde in labirinti senza
via d’uscita. C’è chi poi, come Paolo,
che non può dimenticarlo. E non perché se lo ritrova scritto sempre sotto
gli occhi sulla ruota della carrozzella.
Basta osservare il suo sguardo per capirlo.
Poi c’è Vincenzo. E nelle sue parole
ho sentito la rabbia e l’ingiustizia nei
confronti di tutto ciò che non gira più
come dovrebbe, o che non ha mai girato. Nei confronti della slealtà e dei
pregiudizi, degli sguardi infelici verso
il suo amico Paolo e verso tutti coloro
definiti “diversi”. Nei confronti di chi
predica bene e razzola male.
Paolo e Vincenzo. Una storia d’amicizia. Una di quelle che non dimen-
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e
tichi facilmente e che potresti leggere
l
in un best-seller o vedere al cinema il
venerdì sera. Una storia che ti smuove
sensazioni intense.
Estate 1996. Vincenzo lavora come
musicista presso un ristorante sorrentino. Quella sera di luglio è in anticipo
di qualche ora e decide di ammazzare il tempo passeggiando per il paese.
Giunto in villa comunale accade ciò
che avrebbe alterato per sempre il ritmo della sua vita. Improvvisamente lo
sguardo è attratto da una panchina al
cui fianco c’era un “passeggino”su cui
sedeva un disabile, Paolo, accompagnato dal tutore. Qualche notte prima, apparve in sogno a Vincenzo, una
statua in gesso con il volto di Cristo
sofferente che lacrimava. In lontananza notò sullo sguardo di Paolo la stessa
espressione. Senza pensarci due volte
si avvicinò alla panchina e si presentò
al ragazzo ed al tutore. Dopo qualche
chiacchiera si scambiarono i recapiti
telefonici con la promessa che si sarebbero telefonati per passare un po’ di
tempo insieme. Qualche giorno dopo
Paolo richiamò Vincenzo e si incontrarono, si conobbero. Sono passati
dodici lunghi anni da quell’estate del
1996 e nonostante ciò, mentre Vincenzo mi raccontava l’aneddoto, ho
notato sul volto di Paolo una lacrima
di commozione, di FELICITA’.
Quella lacrima è amicizia. Da quel
giorno quest’alleanza si è stretta sempre di più. Paolo vive a Montechiaro
e Vincenzo a Meta di Sorrento. Dal
mattino alla sera il tempo è loro e per
loro. L’uno è la forza dell’altro. Ragione e senso. Quel senso che si cerca fino
in capo al mondo e che a volte, ingenuamente, non ci rendiamo contro di
tenerlo sotto la punta del naso.
Le emozioni che si trasmettono sono
un gradino più in alto delle nostre. E
lo dico senza peli sulla lingua. Sono
emozioni che non vibrano attraverso
comunicazioni verbali. Per l’intera ora
ch ho trascorso con loro, le mani erache ho trascorso con loro, le mani erarascorso
rascorso on oro, mani ra
ro
che
no strette l’una nell’altra e gli sguardi
sinceri come se si conoscessero da una
vita.
Vincenzo mi confida che i pregiudizi
sono all’ordine del giorno . Le angherie anche. Ma non si abbattono per
questo. Anzi.
L’intelligenza dell’uomo è infinita.
Ma anche l’ignoranza. Basterebbe
per una volta sola sbilanciare questo equilibrio per renderci più dignitosi del solito. Per voi è normale
giudicare,indicare,offendere e guardare insistentemente chi è semplicemente nato con una menomazione?o
colui che è svantaggiato e possiede
una cap