stia al tratto lombare, alla regione glutea, alle parti posteriori della coscia e della gamba, alla pianta del piede, nonché deficit motori e aree di ipoestesia dell’arto inferiore.
Frequentemente tali sintomi si presentano in forma più
acuta dopo un lungo periodo in posizione seduta , specie
con il femore introruotato, o dopo lo svolgimento di attività sportiva e lavorativa particolarmente intense.
Dolore gluteo e a decorso sciatico.
Dolore miofasciale legato ad una sofferenza isolata del
muscolo e quindi circoscritto alla zona glutea, ma non
di rado irradiato alla parte posteriore della coscia, da un
dolore da compressione vascolare e nervosa molto più di
frequente irradiato all’arto inferiore posteriormente fino
al piede.
Un altro dolore è quello d disfunzione sacro-iliaca.
VALUTAZIONE FUNZIONALE
Per diagnosticare ale sindrome l’osservazione del paziente
e l’esecuzione di alcuni test sono sufficienti per valutare la
sindrome del piriforme e la compressione dello sciatico.
La rotazione esterna del femore, visibile quando il paziente in posizione supina atteggia il piede in extrarotazione, può essere segno di tensione meccanica a carico del
piriforme o di altri muscoli rotatori esterni dell’anca.
Un’altra considerazione può essere il dolore scatenato
dalla palpazione, sia a livello del grande trocantere, sia nei
pressi del bordo esterno sacrale.
Altra metodica è quella di applicare specifiche manovre di
stiramento e di particolari test di contrazione del muscolo
retratto e indurito in grado di riprodurre o accentuare la
sintomatologia dolorosa.
TRATTAMENTO
Tra le tecniche manuali, la più utilizzata, risulta quella di
stiramento progressivo del muscolo (prima passivo e poi
attivo) in flessione – adduzione – intrarotazione d’anca.
Inoltre, per ottenere la completa scomparsa dei sintomi dolorosi e il recupero della fisiologica lunghezza del
piriforme, si consiglia l’uso di tecniche di facilitazione
neuromuscolare e di rilasciamento miofasciale, quali utili
strumenti terapeutici per favorire la riduzione del tono, il
rilasciamento del muscolo, inoltre richiedendo una maggiore partecipazione attiva da parte del paziente, possono
permettere una memorizzazione a distanza dei risultati
ottenuti.
Inoltre ritengo che addestrare il paziente all’autoallungamento sia utile in modo tale da non limitare il trattamento alla sola durata della singola seduta.
Tra le altre tecniche utilizzate è da ricordare la tecnica
INIT, che consiste in una pressione digitale sui Tender
Point del muscolo.
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