D: Da qualche tempo la dentiera
che è sempre stata ferma si muove e
parlando sembra che scappi. La pasta
adesiva da fastidio. Ci sono altri rimedi o deve essere rifatta?
R: Con il passare dei mesi le creste
ossee edentule vanno incontro ad un
fisiologico rimodellamento che causa la minore aderenza della protesi
e quindi la sua mobilizzazione durante la fonesi e la masticazione. Se
il difetto è di piccola entità si può
sopperire con le paste adesive, altrimenti risulta necessario l’intervento
specialistico. Si valuterà se è possibile colmare la discrepanza con una
ribasatura ottenendo un risultato di
nuovo soddisfacente. Ma se sono
trascorsi molti anni e la protesi non
è stata mai controllata è probabile
che risulti oramai incongrua, che i
denti siano usurati e che sia dunque
impossibile ottenere che la vecchia
protesi torni ad essere stabile e bisognerà farne una nuova.
D: A che età è opportuno far controllare un bambino dallo specialista in
n
ortodonzia in caso di denti storti? E’
presto a 6-7 anni?
R: Esistono numerose e diverse tipologie di mal occlusione ed ognuna di esse riconosce una diversa età
ottimale per iniziare la cura, sfruttando al massimo le potenzialità di
crescita del paziente senza correre il
rischio di una cura eccessivamente
(ed inutilmente) lunga. Ad esempio,
laddove sia richiesto un trattamento
di tipo ortodontico-ortopedico, che
richieda cioè un intervento sulle basi
ossee, è preferibile iniziare quanto prima la cura. Se invece si rende
necessario un intervento di tipo funzionale, che agisca sulla muscolatura
del paziente per favorire i processi
di crescita mandibolare, è preferibile
iniziare il trattamento intorno ai 1011 anni. Altri problemi potrebbero
essere trattati direttamente a fine
permuta dentale. Sono queste, in
ogni caso, valutazioni che spettano
all’ortodontista. Di sicuro consiglio
38
100% Fitness Magazine
far visitare il piccolo paziente quanto
prima possibile, quindi anche a 6-7
anni: sarà poi il professionista a valutare se è il caso o meno di intervenire
e quando il momento risulti essere
quello più opportuno.
D: E’ possibile curare una carie senza
anestesia e senza sentire dolore?
R: La risposta è sicuramente SI.
Certo molto dipende dalla profondità della carie (parametro oggettivo) e
dalla soglia del dolore del paziente
(parametro soggettivo). Concettualmente possiamo affermare che tanto
più è profonda una lesione cariosa
tanto più si avverte dolore con l’avvicinarsi della fresa alla polpa dentaria
(nervo). Poi alcuni pazienti sentono
dolore anche per carie molto piccole,
mentre altri non avvertono alcun fastidio anche per cavità enormi. Se il
paziente lo preferisce ed io lo ritengo
di
riteng
opportuno, eseguo un po’ di anestesia
anche per piccole cavità; considero
inconcepibile far soff rire il paziente
per la banale cura di una carie.
D: Quindi le persone che non sentono
dolore sono davvero fortunate!
R: La risposta in questo caso è NO!
Il dolore è un meccanismo di difesa
del nostro organismo, che ci avvisa
come un campanello d’allarme che
qualcosa non va.
Quindi prima accusiamo il mal di
dente, prima ci rechiamo dal dentista, prima ci curiamo, la terapia è
più rapida e meno costosa, il dente
sarà meno compromesso ed avrà una
prognosi a lungo termine più favorevole; ed è proprio questo il motivo
per cui invito i pazienti a frequenti
visite di controllo.