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SALUTE &
BENESSERE
La paura della solitudine
di Marcella Brunelli
Psiconcologa
Psicoterapeuta
sentirci soli, essere soli, stare da soli…
“Solitudine”, un’unica parola per esprimere molteplici e complessi significati
ed aspetti: una condizione dell’essere, uno stato d’animo, una realtà fisica, un
insieme di sensazioni ed emozioni di un attimo o di una vita, un bisogno e
un’esigenza, un’esperienza che spaventa e che rigenera allo stesso tempo…
Credo che ognuno di noi si sia sentito o si senta solo. Ma l’esperienza di
solitudine è una sensazione o una realtà? Le risposte possono essere diverse.
Se viviamo rapporti e relazioni interpersonali insoddisfacenti, in cui non ci
si sente amati, ascoltati, compresi, sostenuti, in cui non si riesce a stabilire
una profonda intimità emotiva con l’altro, in cui il proprio bisogno affettivo
non è gratificato, ma frustrato e smorzato, proviamo emozioni molto
spiacevoli e possiamo sentirci abbandonati e tristi, e vivere un
grande senso di vuoto all’interno e fuori di noi.
Tali sensazioni possono corrispondere alla realtà nel senso che può essere
oggettivamente molto difficile riuscire a vivere dei rapporti profondi, veri,
sinceri, in cui gli individui riescono ad accettare, amare, ascoltare l’altro in
maniera incondizionata e completa, in cui si generano sintonia ed empatia,
in cui si desidera condividere emozioni, pensieri, valori, ideali, esperienze.
Il sentirsi soli, però, può non essere una condizione reale ma può essere il
transfert di un vissuto sperimentato nel passato, nell’infanzia e
nell’adolescenza e riattualizzato nei rapporti del presente: l’individuo che
non si è sentito amato, accettato ed ascoltato ma solo ed abbandonato, se
non è riuscito ad elaborare e comprendere il suo passato, può continuare a
sperimentare quelle sensazioni anche se non corrispondono alla realtà.
La solitudine può essere intesa anche come lo “stare da soli”
piuttosto che il “sentirsi soli” e può così avere una connotazione
positiva, in quanto condizione necessaria ad ogni individuo per potersi
ritrovare, per poter prendere contatto con la parte più intima e profonda di
se stessi, per riuscire a conoscersi e ad ascoltarsi.
Questo contatto spesso spaventa e fa paura; l’insicurezza, l’incapacità di
poter contare su se stessi, la mancanza di fiducia nelle proprie
risorse, fanno si che molte persone non riescono a fermarsi e a
stare da sole. La mancanza di autonomia porta ad un bisogno fortissimo
di stare con gli altri, di avere relazioni basate così sulla dipendenza e
sull’esigenza di soddisfare i propri bisogni affettivi e non sui sentimenti
genuini di amore e di amicizia. Tra il sentirsi soli e lo stare da soli ci sono
naturalmente connessioni ed interdipendenze. Se impariamo a stare bene
da soli, a vivere intensamente i momenti di solitudine per ascoltarci e
contattare la profondità del nostro essere, se riusciamo a riempirci di
emozioni e a fidarci delle nostre possibilità, riusciremo anche ad aprirci di
più agli altri, a vivere rapporti più intensi e gratificanti, a godere e a fare
frutto di ogni tipo di scambio interpersonale, ad esprimerci e ad ascoltare, a
dare e a gioire senza pretendere nulla in cambio…in questo modo non ci
sentiremo mai soli e vuoti, perché avremo sempre a fianco il nostro amico e
compagno più caro: il nostro io! E così, pieni e felici, potremo sentirci vicini
ad ogni parte del creato…