34 -- 100% Fitness Magazine - Dicembre 2006
di Ernesto Lupacchio
Pensare
col corpo
Club Manager
Central Fitness Club1 e 2
Percepire, ascoltare e collaborare con il nostro organismo
A
vete mai pensato a chi gestisce il nostro corpo? Chi è che
manovra così perfettamente il nostro organismo? Da chi è
regolato e mantenuto l’equilibrio interno dell’essere umano che è
la macchina più complessa e sofisticata che esiste al mondo?
Ebbene, io me lo chiedo continuamente, ed ogni volta non riesco
mai a trovare una risposta precisa. Così ho approfondito
l’argomento con corsi di formazione e leggendo qualche libro sul “Training
Autogeno”, sul “Metodo Feldenkrais”, sullo “Yoga”, sul “Metodo Mezieres”, sul
“Reiki”, sul “Pilates” e tutte queste discipline mi hanno portato alla
consapevolezza che, dietro questo sistema così complicato, qualcos’altro c’è…
Come avviene in ogni altro ecosistema, è verosimile pensare che anche
l'organismo umano si regga su una forma intrinseca di autogestione, capace
di coordinare tutti i suoi bisogni fisiologici e psicologici. Un coordinamento
di questo tipo non può che presupporre uno strumento che vada oltre la
coscienza. Se infatti la coscienza si forma in relazione alla breve storia di un
individuo, per sua natura non può che essere influenzabile e pertanto poco
affidabile ai fini del mantenimento di un equilibrio così preciso, formatosi nel
corso di milioni di anni. Per tutti questi motivi, si è più propensi a credere
che, in fatto di coordinamento, esista effettivamente un ulteriore livello
capace di aggirare i fanatismi del momento, i condizionamenti morali ed
educativi, culturali, ideologici, religiosi, storici, familiari, ecc. e tutti i fattori ai
quali ciascuno è sottoposto in un momento particolare. Ma se non si tratta
della coscienza o della volontà, allora, cosa e chi sarà a manovrare il sistema
umano? Probabilmente, sarà una forma di “gestione inconscia” , come è
necessario che sia, per riuscire a gestire nel più breve tempo possibile la
formidabile quantità di informazioni che le derivano dall'esperienza, dalle
sensazioni, dalle percezioni, e probabilmente anche da una serie di
dimensioni a noi sconosciute. Sarà un'organizzazione intelligente, interna al
sistema nel suo complesso, in grado di autocorreggersi continuamente, di fare
nuove scelte, di orientarsi diversamente. E noi dobbiamo solo collaborare con
questa forma intelligente superiore …che vive dentro di noi…ascoltando e
riconoscendo come cambia il nostro corpo in relazione alle diverse situazioni
in cui si trova, senza sostituirci ad essa, fornendo informazioni che possono
essere utili per far decidere al meglio chi gestisce, chi manovra l’equilibrio
dell’essere umano. Pensate al mal di stomaco prima di un esame (a me veniva
sempre), o prima di un colloquio importante di lavoro, o prima o dopo un
avvenimento importante della nostra vita, ebbene, questo fastidio, che a volte
può degenerare in patologia, dipende proprio dal nostro inconscio, che non
riusciamo a gestire volontariamente. L’arrossire, il balbettare, l’insicurezza nel
parlare, sono tutti segnali che il nostro corpo ci manda e noi dobbiamo solo
imparare prima a percepire e poi a gestire. Proprio per questo, i meccanismi
fisici e psicologici di una persona non funzionano mai separatamente, ma
sono regolati da un’unica forma di gestione interna, per cui quando si
provoca uno squilibrio fisico si possono avere problemi psichici e viceversa.
Imparare a “percepirci” (non solo a livello fisico, ma anche mentale ed
inconscio), ci aiuterà a controllare meglio le eventuali tensioni muscolari ed
osteo-articolari; proprio questo è quello che ripeto sempre nei miei corsi di
“Ginnastica Posturale e Training Autogeno”. Infatti, molte volte, un sintomo
o un problema, non è sempre dove si manifesta il dolore, ma deve essere
cercato anche in altre zone, magari anche in stati emotivi (ansia, stress,
traumi o disturbi passati).Ed allora, in che modo possiamo aiutarci a stare
meglio o bene? Lo possiamo fare, cercando di dedicare un po’ più di tempo a
noi stessi, cercando nel rilassamento, nella respirazione, nello stretching e
nell’attività fisica la giusta “dimensione d’ascolto” del nostro corpo, rendendo
più “nobili” i segnali e i messaggi del nostro organismo, valorizzando proprio
gli stati emotivi.
Per concludere, “pensiamo un po’ di più col corpo e di meno al
corpo”….